Ichnussa

Progetto di pubblicazione e divulgazione libera della grande poesia in lingua sarda

 

Angelo Dore

(Ittiri 1875 - 1936)

 

 

 

Angelo Dore di Ittiri intervenne direttamente nella polemica apertasi tra Antonio Chessa di Portotorres e A.D. Migheli di Osilo a seguito della pubblicazione nel 1873 dell’opuscolo del Chessa “Sa vista de s’inferru”.

Dopo le accuse del Migheli (“Sa Satira Critica” e “Poemette criticu”) e le difese di Antonio Cocco di Bonorva (“Sa buglia noa”) e di Giovanni Farris di Usini (“Poesias criticas”), vi fu l’intervento di Peppeddu Cau con l’intento di dirimere la polemica e operare una sorta di pacifico superamento delle relative posizioni mediando tra le due parti. Il Farris però non riconobbe al Cau il ruolo di giudice e mediatore e gli rivolse dure e pesanti accuse.

E’ a questo punto che si inserisce Angelo Dore che, con un opuscolo pubblicato nel 1909 dal titolo “S'Impostura Clericale” cerca di difendere il Cau dalle accuse del farris.

Il Dore, impegnato in politica, fu attivista  e convinto assertore degli ideali socialisti, ricoprì anche la carica di sindaco di Ittiri dal 1918 al 1922. Questa sua attività però gli alienò le simpatie del nascente movimento fascista che non esitò a perseguitarlo ed imprigionarlo per ritorsione. Morì a soli sessant'anni nel 1936.

S'Impostura Clericale è un vero e proprio manifesto politico: la prefazione occupa quarantadue lunghe pagine dell'opuscolo; una Annotazione a metà dell'opera si dilunga per altre trenta pagine; una Lista delle eresie e delle invenzioni umane adottate dalla chiesa, infine, si estende per ulteriori undici pagine. Alternati ai capitoli in prosa, i canti in poesia: Intrende in s' argumentu (Duas peraulas a Giuanne Farris s'Usinesu); Cristos segundu sa leggenda biblica ei sos suos rappresentantes in terra; Sa cadena de sos Pabas de fronte a sa matessi istoria; Su liberu pensamentu de fronte a sos dogmas sacros sustesos dae su poeta Giuanne Farris.
L'argomento è la difesa delle Dezisiones di Peppeddu Cau, ma anche, e soprattutto una veemente accusa al clero, al papato e alla Chiesa cattolica. Con certosina scrupolosità Dore elenca i misfatti dei vari Papi e le pratiche religiose, da loro introdotte nel corso dei secoli, che non avrebbero riscontro nelle prescrizioni evangeliche.
Dal complesso dell' opera traspare l'aspirazione ad una società improntata agli ideali dell'uguaglianza socialista.
Il duro attacco, tuttavia, ha ad oggetto solo le idee, non le persone. E Angelo Dore ci tiene a sottolinearlo: "Solu iscopu de su presente trattadu est de criticare generalmente s'idea religiosa e pulitiga de su 'Clericalismu', manifestende su massimu rispettu pro sas personas a cale si siat classe ch'appartenzana in religione e in pulitiga."
 


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