Condaghi
I
Condaghi,
elaborati fra l'XI e il XIII secolo, sono fra le prime testimonianze
del volgare sardo. Si tratta di codici manoscritti su pergamena, con
documenti relativi a donazioni e a situazioni patrimoniali di chiese o
comunità religiose.
In origine (a partire dal periodo bizantino) erano dei registri
patrimoniali redatti in forma di schede cucite l'una sull'altra e poi
arrotolate intorno a un bastone (in greco kontakion,
da cui il termine condaghe). In epoca medievale dal
bastone si è passati al libro, ma il termine in qualche modo è rimasto.
Tra i più conosciuti ricordiamo il Condaghe di San Pietro di
Silki, nel quale gli atti più antichi, copiati nel 1150-80,
sono di un secolo prima; il Condaghe di San Nicola di Trullas,
nel quale gli atti registrati risalirebbero al 1115-76 ma con una
stesura datata intorno alla fine del XII secolo; il Condaghe
di Santa Maria di Bonarcado, in varietà arborense, i cui
frammenti più antichi risalgono agli anni 1120-46; il Condaghe
di San Michele di Salvenor, giunto a noi in una traduzione
spagnola più recente. Il Condaghe dell'ospedale di San
Leonardo di Bosove è l'unico registro in lingua sarda laico
pervenuto fino ai nostri giorni. Esso raccoglie gli atti delle
donazioni del giudice Barisone II di Torres a favore del lebbrosario.
Opere disponibili:
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