Ichnussa

Progetto di pubblicazione e divulgazione libera della grande poesia in lingua sarda

 

Antioco Casula (Montanaru)

(Desulo 1878 - 1957)

 

 

Di Desulo. Intellettuale barbaricino e maggiore poeta lirico in lingua sarda. Scrisse quattro raccolte di canti: Boghes de Barbagia del 1904, Cantos d'Ennargentu del 1922, Sos Cantos de sa solitudine del 1933, Sa lantia del 1950. Nacque a Desulo, in Barbagia, nel 1878. Frequentate le scuole elementari, fu mandato a Cagliari e a Lanusei per la formazione superiore, esperienze che si rivelarono fallimentari, per il carattere ribelle e insofferente del giovane. Tornato a Desulo per affiancare il padre nella gestione di una modesta attività commerciale, Antioco prese ad alternare le fatiche del lavoro e le scorribande in campagna con la lettura disordinata di romanzi e poesie. Scoprendosi dotato di estro poetico, si cimentò quindi nella stesura di rime amorose, satiriche e religiose, stagliate sullo sfondo della chiusa realtà desulese.
Con la Guerra d'Africa, nel 1896, partì sotto le armi e, ispirato dalla nuova esperienza, compose inni patriottici e canti di guerra. Rientrato a Desulo, stanco dell'ozio paesano, si arruolò nell'arma dei carabinieri, senza tuttavia abbandonare la poesia. Nella minuscola stazione di Tula, paesino del Monteacuto, compose i suoi primi splendidi canti, ispirati dall'aspro e affascinante paesaggio isolano, dai poveri pastori e dai banditi che egli poteva osservare dal punto di vista privilegiato, e al tempo stesso scomodo, del tutore della legge. I canti furono pubblicati tra la fine dell'800 e gli inizi del '900 nel giornale Piccola Rivista, sotto lo pseudonimo di Montanaru, con notevole successo presso gli intellettuali sardi e della penisola.
Nel 1905, abbandonata l'arma, potè finalmente dedicarsi anima e corpo alla poesia e alla famiglia; nel contempo fu direttore dell'ufficio postale di Desulo e maestro elementare. Convinto assertore del valore della lingua sarda e dell'importanza del suo insegnamento nelle scuole, fu chiamato nel 1925 a Milano per rappresentare la Sardegna al primo congresso nazionale dei dialetti d'Italia.
Non mancarono al Montanaru grandi dolori: la morte prematura dei figli e della prima moglie; nel 1928, l'umiliazione del carcere, con l'accusa di legami con i banditi barbaricini, accusa pretestuosa, orchestrata dai gerarchi fascisti che mal tolleravano questa emblematica figura di intellettuale non conformista e soprattutto impegnato nella difesa dell'isola e della sua lingua. Prosciolto e liberato, poté continuare a comporre versi fino alla morte, avvenuta nel 1957. 
 


Opere disponibili:

   Poesias


 

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