Salvatore
Cambosu
(Orotelli
1895 - 1962)
Una
figura
a sé stante nella fervida stagione del
primo e del secondo
dopoguerra fu
Salvatore
Cambosu
(1895-1962). Conseguì la maturità classica
e il diploma di maestro
elementare a Nuoro. Frequentò le
università di Padova e di Roma, ma non
si laureò. Nel primo dopoguerra insegnò
nella scuola elementare del suo
paese natio, Orotelli, e in altri centri
del Nuorese. Aderì al
fascismo. Si trasferì a Cagliari, dove
stabilì al sua residenza
abituale.
Nel
1932
pubblicò a Bologna il suo primo romanzo, Lo
zufolo;
due anni più tardi uscì a puntate su
L'Unione sarda, Il carro.
Questa prima produzione è originalissima
nel panorama sardo. Non
risente della tradizione naturalista, non
mutua modelli deleddiani e
utilizza una lingua tersa, nitida, di
serena eleganza, non raggiunta
nella sua colta semplicità da altri autori
sardi.
Nel
secondo
dopoguerra Cambosu fece una scelta di
campo culturale molto
netta; optò per il meridionalismo
riformista, di area laico-socialista,
e collaborò, pubblicando racconti,
recensioni e reportages, con il Politecnico
di Vittorini, quindi con Nord e Sud
di Francesco
Compagna e con Il mondo di
Pannunzio, oltre che
costantemente con L'Unione sarda.
Nel
1954
pubblicò
Miele
amaro, insuperato
romanzo
antropologico sulla Sardegna sospesa
allora tra l'arcaicità e la
modernizzazione. Il testo non fu capito né
dal centro, né dalla destra,
né dalla sinistra politica perché era
irriducibile ad un uso
propagandistico e strettamente militante,
ma ancora oggi rappresenta
una sintesi equilibrata, saggia ed
elegante del percorso auspicabile
nella dialettica tra tradizione e
innovazione: tutela dell'identità e
apertura all'innovazione positiva.
Il
romanzo
propone un’idea di sardità non mitizzante
ma ancorata alla
realtà, capace di svolgere azione critica
e propositiva, l’autoracconto
dei sardi raggiunge una delle forme più
consapevoli e di maggior
spessore stilistico.
Opere
disponibili:
|