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Adriani Romano Salvatore(Pisa 1939 - )
Romano
Salvatore
Adriani, firma le sue poesie: Romanu Adriani Lay; Lai
per due
motivi: il primo perché Lay è il cognome della moglie
Caterina, il
secondo perché “ lai “ significava anticamente lamenti
poetici e nel
medio evo era sinonimo di canto e anche di melodia.
Nasce a Pisa il 24
Luglio 1939, pur essendo Sardo doc, la madre,
Francesca Salaris era di
Ittiri, cosi pure il padre Antonio, ma questi era
carabiniere e
svolgeva il servizio a Pisa. Quando il padre va in
pensione, nel 1950,
la famiglia torna al paese d’origine e continua gli
studi a Sassari,
(allora le scuole medie ancora a Ittiri non c’ erano).
Ha la fortuna di
avere come professore di lettere, un grande scrittore
e poeta, Filippo
Addis di Luras, che gli contagia la passione della
poesia. Ma studiare
allora era un lusso che non tutti si potevano
permettere, e per non
essere di peso ai familiari, seppur con rammarico e
contro la loro
volontà, opta per un lavoro. Dopo tanta pratica e
teoria e continui
aggiornamenti diventa Elettrauto e sino alla pensione
lavora nella sua
officina. Sin da ragazzo collabora nella politica,
eletto negli anni
ottanta per due volte consigliere comunale a Ittiri.
Per una quindicina
d’ anni è membro storico della pro-loco. Con un gruppo
di appassionati,
nei primi anni settanta, è fautore della rinascita
della attuale Banda
musicale e ne è stato il primo presidente. La sua
prima poesia in
dialetto logudorese la scrive a Roma nel 1961, mentre
presta il
servizio militare alla Cecchignola. Succede che
durante una visita al
Verano, il famoso cimitero di Roma che ospita
personaggi famosi, scopre
che vi è sepolto anche uno dei Poeti più amati della
Sardegna:- Antoni
Cubeddu- morto appunto a Roma nel 1955. E’ tanta la
commozione, che la
sera stessa,mentre é di piantone nelle camerate, gli
viene spontanea
una sfilza di versetti e compone una poesia alla
memoria del famoso
Poeta, intitolandola con immensa commozione: “Ti pedo
iscùgia”. Poi
negli anni che seguono non ha più tempo da offrire
alla sua amata
poesia, dedicandosi a tempo pieno alla sua famiglia,
al lavoro ed agli
aggiornamenti professionali che il suo lavoro
richiede. Ma una volta in
pensione, si dedica a tempo pieno allo studio della
grammatica e della
lingua sarda. Predilige infatti scrivere le sue poesie
in dialetto
schiettamente Logudorese. Nei suoi versetti non
troveremo mai parole
sarde “italianizzate”, come purtroppo adesso è in uso.
Ama parlare l’
ittirese e se ne vanta. Ma nelle sue composizioni
poetiche utilizza gli
stessi vocaboli che esprimevano gli antichi poeti e
scrittori sardi.
Tant’è che leggendo i suoi scritti, ci possono tornare
alla mente
parole ormai in disuso, e fa piacere a tutti scoprire
che il sardo
originale è quello, ed è importante non dimenticarlo.
A conferma di
questo, partecipando con le sue composizioni ai vari
concorsi letterari
di poesie in lingua sarda, si fa apprezzare, ricevendo
negli ultimi
anni, premi, in varie località della Sardegna. (da
www.romanoadrianilay.sardegna.it/).
Opere disponibili:
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